II mite Leo Gullotta si perde nel successo
L'attore è ''Il signor Popkin", in scena da stasera al Parioli
di Maria Pia Fusco
ROMA - Un uomo qualunque, pieno di ansie e di problemi, mite e pulito, che lavora nell'editoria, senza prospettive di una clamorosa carriera. Finché, soprattutto quando sua moglie lo abbandona per fuggire con un'altra donna, le frustrazioni diventano eccessive e la reazione fortissima: la mitezza diventa rampantismo, la pulizia si dissolve nel cinismo. E' II signor Popkin, che Murray Schisgal, newyorkese, classe 1925, autore di successi come Luv e Dr. Fish oltre che della sceneggiatura di Tootsie, ha scritto alla fine degli anni 70, quando la middle-class fu invasa dall'urgenza del successo ad ogni costo.
Il signor Popkin, con Leo Gullotta protagonista, inaugura stasera la stagione di prosa del Teatro Parioli e resterà in scena per cinque settimane. Ed è anche la produzione più impegnativa dello stesso teatro diretto da Maurizio Costanzo, secondo il quale «il personaggio di Popkin offre una grande prova di attore per Leo Gullotta. Anzi, costituisce una linea di demarcazione nella sua carriera di attore importante, dopo la bella anticipazione offerta Io scorso anno con "Vaudeville". Gullotta ha due anime distinte, da una parte l'attore di teatro e dall'altra il Gullotta televisivo. Gli ho consigliato di trovare uno pseudonimo quando fa tv». Leo Gullotta accetta lo scherzo ma non il consiglio, anche perché, dice, «un attore deve poter fare tutto. Io ho costruito la mia carriera cosi, un passo per volta, senza ansie eccessive, senza spinte dall'alto.
Ho la fortuna di avere avuto un po' di successo e di fare un mestiere che amo, ma sempre con la voglia di avere rapporti umani con la gente. In fondo potrei anch'io, come il signor Popkin, alzare un grido contro il cinismo».
Perché II signor Popkin, come Costanzo e Gullotta sottolineano, «è costruito in otto quadri e su situazioni dalla comicità precisa, matematica, però va oltre il comico, sfiora temi presenti e di grande attualità nella società contemporanea. Non solo in quella americana». «Il tema del successo è affrontato con una sintesi e una velocità da racconto fulminante. Ed è comicità su una vicenda tragica», dice Patrick Rossi Castaldi, regista di II signor Popkin, un nuovo collaboratore del Parioli («Ma spero che sia solo la prima di tante collaborazioni future», dice Costanzo), mentre nel cast figurano nomi famigliari nel gruppo di lavoro del teatro, come Alberto Silvestri, che ha tradotto il testo di Schisgal, Gianfranco Padovani autore di scene e costumi e Germano Mazzocchetti che ha scritto le musiche dello spettacolo. Con Gullotta sono in scena, tra gli altri. Armando Bandini e Monica Codena (la moglie). Dopo il Parioli II signor Popkin andrà in tournée a Torino, Bologna, Bari e in varie città del Veneto. Non sarà un lungo giro, ma è prevista una ripresa il prossimo anno, ancora al Parioli e in altri teatri italiani. A gennaio Leo Gullotta riprende la sua "Signora Leonida" in Crème Caramel alla televisione (senza pseudonimo), sempre in attesa di una buona occasione cinematografica.
E' proprio vedendolo sullo schermo, in film come Mi manda Picone, Scugnizzi, Spaghetti House, Nuovo Cinema Paradiso, che Costanzo si è "innamorato" di Leo Gullotta attore. «Ma non è facile trovare buone offerte dal cinema. Cerco di non sedermi sullo stesso personaggio e di cercare sempre qualcosa di particolare, perciò rifiuto molti copioni», dice Gullotta. Qualcosa di particolare potrebbe arrivare dal progetto a cui sta lavorando Tornatore, una storia su un siciliano svitato che vive in maniera tutta personale lo sbarco degli alleati. O dal libro "Verrà l'uccello turchino" di Nuccia Porto; di cui Gullotta ha comprato i diritti, interessato al personaggio di un uomo che vive con genitori vecchissimi e con sua sorella, ed è in grado di comunicare solo con lei. Una storia vera degli anni Trenta e l'uomo, definito da tutti un pazzo, finisce in ospedale, condannato a restare chiuso per sempre nel suo silenzio.
Maria Pia Fusco